Intervento all’assemblea dei sindaci Avellino - 16 gennaio 2010

Data di pubblicazione:
16 Gennaio 2010

Come effetto della riforma del titolo V della Costituzione ci saremmo aspettati il decentramento effettivo dei poteri dallo Stato alle Regioni e, quindi, a cascata, dalle Regioni alle Provincie e ai Comuni. In realtà, e sempre di più, ogni Stazione sembra voler conservare o, nel caso, avocare a sé ogni potere gestionale. Il potere di programmazione, coordinamento o controllo appare, a ciascuno, marginale, semplicemente decorativo, a fronte di un potere gestionale che appare portatore di effettivo dominio su persone e territori. Tutti noi avevamo salutato con grande enfasi la Legge della Regione Campania sulla provincializzazione del ciclo dei rifiuti e, a gran voce, ne avevamo chiamato l’attuazione contro ogni forma di commissariamento, perché centralistico e volto nei fatti ad espropriare i territori della loro effettiva capacità gestionale. In concreto la logica commissariale era figlia della omologazione di tutta la Regione al comportamento deviato di alcune realtà: piuttosto che intervenire sul tumore si preferì intervenire su tutto l’organismo, distorcendo nei fatti la corretta funzionalità di quei segmenti della Campania che pure erano riusciti a dare seguito ad un ciclo che si avviava a divenire virtuoso. Occorreva semplicemente razionalizzare le attività dei Consorzi e ricondurli alla gestione integrata del ciclo, su base provinciale, posto che le province erano state definite Ambiti Territoriali Ottimali.

Ed ecco che ancora una volta si è “ordinato ai Sindaci” di mettere le mani nelle tasche dei cittadini, mentre dal governo centrale si continua a sbandierare il conseguimento di risultati “senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini”. Qui sta la inadeguatezza del Decreto. Come già ho avuto modo di dire, e come ribadisco, l’assessore all’ambiente della Provincia di Avellino è persona sensibile al problema e, probabilmente, tra i suoi colleghi, quello più accreditato ad assumere le funzioni poste a carico delle Province. Non quella della gestione capillare e occhiuta dell’intero ciclo, dalla raccolta dei rifiuti alla raccolta delle relative tasse, dallo spazzamento allo stoccaggio, dal rilevamento al trasporto a discarica, dalla vagliatura al riciclaggio. E’ troppo. Anche perché lì in mezzo si annida la ritorsione di natura centralistica nei confronti della autonomia degli Enti Locali, che si vuole espropriare definitivamente, fatto salvo l’obbligo di imporre la tassa e le modalità di riscossione. Provo a scendere più nel dettaglio, rifacendomi all’esempio del comune di cui sono Sindaco, Lioni. Noi, grazie ad un’azione di quotidiano impegno, superiamo stabilmente da tre anni il 60%, e siamo nel 2008 al 34° posto dei comuni ricicloni, sui 551 della Regione Campania. Veniamo alle irrazionalità attuali ed al sicuro peggioramento con la “gestione” affidata alla società provinciale.

Già oggi siamo stati costretti, per legge, ad aumentare la TARSU. Nei fatti la legge ci ha imposto di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. E siamo penalizzati, per effetto del commissariamento, su tre dei segmenti della raccolta differenziata. Da noi si raccoglie porta a porta l’umido già da sei anni. Portiamo l’umido all’impianto di Teora, a soli otto chilometri da Lioni, ma paghiamo al Consorzio la media di costo tra la metà dei Comuni che conferiscono a Teora e l’altra metà che conferisce a Catania, con una spesa di circa 200 euro a tonnellata! Perché il sito di Teora era stato pensato e realizzato per i Comuni del bacino che riuscivano a selezionare rifiuto umido di “qualità”. Con la gestione su base provinciale, è verosimile che pagheremo con la media anche dell’altra metà del territorio, e cioè, ci sarà un ulteriore aumento pari ad un terzo in più rispetto ai costi attuali.

Proseguo. Posto che anche l’indifferenziato viene raccolto porta a porta, ritenemmo di prelevare a domicilio anche carta, cartoni e plastica. Ometto di denunciare l’aggravio di costi perché siamo costretti a fare questo servizio in maniera “anomala” rispetto agli standard del Consorzio. In ogni caso già temo per quello che potrà accadere con la gestione provinciale! Ad oggi, però, non abbiamo alcun ristoro perché la carta, il cartone e la plastica conferiti dal CoSmaRi alle piattaforme di riciclaggio, non sono di qualità, soprattutto perché in gran parte prelevate da cassonetto, in strada, e non selezionate con il porta a porta! Allo stesso modo si verifica per il vetro: da noi lo si raccoglie in campane sottoposte a controllo perché dedicate, per lo più, ai pubblici esercizi. Siccome, però, vanno all’ammasso con i misti raccolti dalle strade, non offrono “vetro di qualità” e, dunque, non producono ristoro. Tanto è, però: bugiardo è sempre il Sindaco che promette di alleviare i costi a fronte di una raccolta virtuosa e non mantiene le promesse. E’ evidente: perché chi deve mantenere

la promessa non è il Sindaco ma chi gestisce, in assoluto potere commissariale. Anche senza e oltre la volontà dell’amministrazione comunale!

Chiaro è che, se i Consorzi stavano lentamente conseguendo una certa omogeneità, pur tenendo diversi Comuni in condizioni contrattuali diverse, oggi le province erediteranno uno status quo di assoluta disomogeneità. Applicare una tassa in maniera univoca ad una platea di soggetti del tutto difformi tra loro significherà solo che i cittadini dei comuni virtuosi finiranno per pagare una ingiusta tassa alla ritardo degli altri che, al di là della volontà, raccolgono con metodo non conforme. Preferisco non pensare al regresso nella gestione ordinata della raccolta, raggiunta a costo di notevoli sacrifici. E non solo finanziari.

C’è ancora dell’altro. La Provincia dovrà imporre la TIA (Tassa di Igiene Ambientale) che non verrà più calcolata sulla base dei metri quadri dell’abitazione ma sul volume dei rifiuti raccolti e trattati. Come avverrà tutto questo se non a fronte di un piano industriale? E come si costruirà il piano industriale senza gli impianti? Sulla base delle gite a Catania della frazione umida?

Un’ultima notazione. Il decreto prevede il passaggio dai Consorzi alla Provincia della gestione esattamente il 1 gennaio. Chi lo ha scritto sa cosa accade nelle pubbliche amministrazioni tra il 20 dicembre e il 10 gennaio di ogni anno? Forse no. Come per tante altre cose.

Intanto, nella fase di mezzo, abbiamo già le campane per il vetro che traboccano. Il vetro non viene più ritirato perché chi lo deve ritirare dubita della certezza del pagamento, non “conoscendo il soggetto gestore”, o pagatore! Ed ecco che, ancora i Sindaci, saranno costretti a decretare l’urgenza e … pagare cash! Forse occorrerà confidare sulla solidarietà del Sindaco di Savignano, quando accadrà anche con la frazione indifferenziata.

 

Rodolfo Salzarulo
Sindaco di Lioni

Ultimo aggiornamento

Martedi 04 Maggio 2021