CORONAVIRUS: LE RISPOSTE ALLE 5 DOMANDE PIÙ FREQUENTI
Come si trasmette? Quanto è pericoloso?
Tra problemi reali e psicosi ingiustificate, ecco quello che bisogna sapere sul Coronavirus cinese.
Ne parliamo con il dottor Biagio Campana, specialista in malattie dell’apparato respiratorio.
Buon giorno dottore e grazie per la disponibilità dimostrata:
-Di che tipo di #virus parliamo?
I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a
malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave
(SARS). I Coronavirus sono stati identificati a metà degli anni '60 e sono noti per infettare l'uomo ed alcuni animali (inclusi mammiferi e uccelli). Le cellule bersaglio primarie sono quelle del sistema respiratorio e gastrointestinale. Ad oggi, solamente sette Coronavirus hanno dimostrato di essere in grado di infettare l'uomo. Il virus che causa l'attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato "Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2" (SARS-CoV-2). Lo ha comunicato l'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus. A indicare il nome un gruppo
di esperti appositamente incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di scienziati il nuovo coronavirus virus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2. Quest’ultimo aspetto spiega l’ottima risposta al virus in pazienti trattati con farmaci antivirali, tra cui il Remdesivir, già utilizzato in precedenza per trattare la SARS. La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove "CO" sta per corona, "VI" per virus, "D" per disease e
"19" indica l'anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Organizzazione
mondiale della Sanità (Oms) Tedros Adhanom Ghebreyesus. La fonte animale del nuovo Coronavirus non è stata ancora identificata. Si ipotizza che i primi casi umani in Cina siano derivati da una fonte animale.
-Quanto è pericoloso il #virus?
Come altre malattie respiratorie, l’infezione da nuovo coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, mal di gola, tosse e febbre, oppure sintomi più severi quali polmonite e difficoltà respiratorie.
Raramente può essere fatale. Le persone più suscettibili alle forme gravi sono gli anziani e quelle con malattie pre-esistenti, quali diabete e malattie cardiache. Per ora il nuovo coronavirus si è dimostrato meno letale -
2% il tasso di mortalità - di altri virus zoonotici (che hanno fatto il salto dall’animale all’uomo) ma molto più contagioso. La Mers, l'epidemia del coronavirus “mediorientale”, in tutto ha registrato 2494 casi con 858
morti, con un tasso di letalità del 34,4%. La più nota epidemia Sars in due anni ha fatto 8096 casi con 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Ad aumentare la contagiosità c'è anche il fatto che i sintomi spesso sono più lievi, e quindi, soprattutto quando ancora non si era consapevoli dei rischi, le persone contagiate
circolano molto di più.
-Come avviene il #contagio?
Il nuovo coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette, ad esempio quando starnutiscono o tossiscono o si soffiano il naso. In casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale. Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus. L’OMS considera non frequente l’infezione da nuovo Coronavirus prima che sviluppino sintomi, nella cosiddetta fase pre-clinica.
Relativamente alla sopravvivenza del virus sulle superfici, le informazioni preliminari suggeriscono che il virus possa sopravvivere sulle superfici alcune ore, anche se è ancora in fase di studio. Al momento non vi è alcuna
evidenza scientifica che gli animali da compagnia, quali cani e gatti, possano contrarre l’infezione ediffonderla agli esseri umani.
-Come possiamo fare per ridurre i rischi di diffusione della #malattia?
Innanzitutto mantenendosi informati sulla diffusione dell’epidemia (al momento non si può parlare di pandemia) attraverso organi istituzionali come il sito dell’OMS, cercando di discernere e accantonare tutte
le fake news che circolano in rete e che creano allarmismi diffondendo paure immotivate nelle popolazioni.
È indispensabile, poi, adottare tutta una serie di misure di protezione personale che vanno dal lavaggio delle mani all’utilizzo di semplici disinfettanti, per esempio disinfettanti contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’1% (candeggina) in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ci dice che se presenti febbre, tosse o difficoltà respiratorie e hai viaggiato di recente in Cina o se sei stato in stretto contatto con una persona ritornata dalla Cina e affetta da malattia respiratoria di segnalarlo al numero gratuito 1500, istituito dal Ministero della salute. Ci ricorda che esistono diverse cause di malattie respiratorie e il nuovo coronavirus può essere una di queste; ci consiglia altresì , in caso di sintomi lievi ed in assenza di viaggi recenti in Cina, di rimanere a casa fino alla risoluzione dei sintomi applicando le misure di igiene, che comprendono l’igiene delle mani (lavare spesso le mani con acqua e sapone o con soluzioni alcoliche) e delle vie respiratorie (starnutire o tossire in un fazzoletto o con il
gomito flesso, utilizzare una mascherina e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l'uso e lavare le mani).
-E’ giustificato questo allarmismo oggi anche sul nostro #territorio?
Rispondo in maniera secca e decisa. Assolutamente no. Il rischio è considerato alto a livello globale. La probabilità che si verifichino ulteriori casi importati in Europa è considerata medio-alta. L'adesione ad
adeguate pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, in particolare nelle strutture sanitarie nei paesi dell’Unione Europea con collegamenti diretti con le aree a rischio, fa sì che la probabilità che un caso riportato nell'UE generi casi secondari all'interno dell'UE/EEA sia bassa. I casi in Italia accertati, come ho puntualizzato in precedenza, restano al momento solamente 3. Tutti gli ospedali irpini hanno ricevuto ledirettive del Ministero della Salute in linea a quanto stabilito dagli organismi internazionali che monitorizzano continuamente la situazione globale. Il nostro è un sistema sanitario all’avanguardia come dimostrano pure le ultime notizie relative all’isolamento e sequenziamento del virus nei laboratori dello Spallanzani, attrezzato ed efficiente. Alla luce di quanto detto, ritengo ingiustificato ogni forma di allarmismo e di “infodemia”neologismo quest’ultimo coniato dall’OMS che sta ad indicare un’abbondanza di informazioni, alcune accurate e altre no, che rendono difficile per le persone trovare fonti affidabili quando ne hanno bisogno.
Concludo ricordando il Dott. Ignác Fülöp Semmelweis (1818–1865) un brillante medico ungherese che ebbe un’intuizione geniale pur finendo gli ultimi anni della sua vita rinchiuso in un manicomio e riabilitato solamente dopo diversi anni dalla sua morte. Il dott. Semmelweis, si rese conto, che alla base dell’elevata mortalità tra le puerpere ci fosse un’infezione, la febbre puerperale, dovuta alla scarsa igiene delle mani da parte dei medici riconoscendo nel lavaggio delle mani un potentissimo strumento di prevenzione che negli anni successivi fece crollare drammaticamente la mortalità tra le partorienti.
Mi piace pensare che un gesto così semplice, nato dall’intuizione di colui che verrà ricordato come “il salvatore delle madri”, oggi come allora per le puerpere, in attesa di vaccini e/o farmaci target, riuscirà a salvare ancora tante vite umane.
Grazie Dottore